giovedì 4 giugno 2020

MORTE SOSPETTA DI UN MURATORE !



LA SPEZIA- Mentre la Procura ordina l’autopsia e accelera sul fronte inchiesta, la Cgil squarcia il silenzio sulla morte di Gheorghe Diaconu, il muratore romeno di 48 anni che martedì ha battuto la testa sulle rovine di un rudere dopo essere caduto da una scarpata coperta da erba alta e rovi sulle colline di Monterosso. «Troppi misteri, è necessario fare piena luce. Il corpo è stato trovato nelle vicinanze di due cantieri. Il lavoratore - puntualizza Gianni Carassale, segretario provinciale Fillea Cgil - non era iscritto alla Cassa edile spezzina e dalle nostre verifiche non risulta neanche in altre casse edili, quindi non era alle dipendenze di una ditta».
I colleghi
I colleghi avevano dichiarato ai carabinieri che Diaconu non si trovava lì per lavorare, ma per recuperare una scala. Stando alla loro versione, si è allontanato per fare pipì ed è caduto da un dirupo alto 5 metri, che si trova dietro un muro che costeggia la mulattiera sul promontorio di Punta Mesco. In quell’area, sul sentiero che porta a Colle di Gritta, c’è un cantiere aperto per il rifacimento di un’abitazione. «Non lavorava per me - ha detto a Il Secolo XIX il titolare della ditta che esegue l’opera alle Cinque Terre- s’era dato appuntamento con i miei operai per recuperare una scala».
Procura e carabinieri però nutrono qualche dubbio perché è quantomeno insolito che, il giorno della festa della Repubblica, un operaio percorra 60 chilometri (Diaconu risiedeva a Mulazzo, in Lunigiana) per raggiungere Monterosso e prendere una scala che aveva prestato ad alcuni colleghi.

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