mercoledì 3 giugno 2020

" L'UOMO SMASCHERATO " di Massimo Gramellini

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Il Salvini, con la folla a portata di sputacchio e la mascherina tricolore a tracolla, che ripete per due volte dentro i microfoni: «La salute prima di tutto!» è un’immagine di ruspante italianità che serberò per sempre nel cuore. Avendo imparato a conoscere l’uomo e la sua predilezione per l’approssimativo, non avevo dubbi che si sarebbe ben guardato dal rispettare le regole sanitarie imposte ai comuni mortali. Ero però incerto sulle motivazioni che avrebbe addotto per giustificare i suoi atteggiamenti da aperitivista della movida, i selfie a distanza di insicurezza e il perenne saliscendi della protezione facciale. Immaginavo che avrebbe tirato in ballo qualche complotto ordito dall’Europa con la complicità della feroce setta di Virology. Invece ha risposto che abbassava la mascherina all’altezza della pappagorgia perché «gli esperti dicono che il virus sta morendo».

In realtà altri esperti sostengono il contrario. Ma Salvini ha ancora il polso, o almeno il polsino, del Paese reale e sa che ogni italiano ha adottato uno scienziato di fiducia, o parti di esso, che utilizza in base alle proprie necessità. Gli ipocondriaci indossano Locatelli e Burioni, mentre i lassisti ultimamente vestono Zangrillo. Il quale però, forse subodorando la ressa di leghisti slegati e fratelli d’Italia nell’alito affratellati, si era premurato di precisare che le mascherine vanno sempre messe e le distanze rispettate. Gli è andata ancora bene che non gli abbiano dato del venduto

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