mercoledì 25 dicembre 2019

UNA AL GIORNO -NATALE NEL CAMPO PROFUGHI

Natale al campo profughi, intervista a Medici senza frontiere 

«Alla fine la cosa più importante è riuscire a mandare il messaggio che il dono più bello è restare umani. Chi è a casa a Natale e leggerà questo articolo, potrà ricordarsi che tutto quello che fa lo può fare dando valore alla nostra umanità, dalle cose piccole a quelle grandi, anche nel proprio lavoro»
.«Il Natale di due anni fa l’ho passato nelcampo profughi più grande del mondo, Cox’s Bazar, in Bangladesh, che oggi accoglie un milione di persone, soprattutto Rohingya, in fuga dalle persecuzioni in Myanmar», ci racconta «Poi altre due volte a Natale lavoravo per MSF ( Medici Senza Frontiere )in Sicilia, nei porti dove sbarcavano i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo. Ero lì nel 2014 e nel 2015, e per me sono state paradossalmente le situazioni più difficili».

Non importa che lavoro si fa, non importa se oggi si sta festeggiando il Natale o meno, non importa se si è qui o lì. Quello che importa è che non bisogna dimenticare mai l’essere umano. Umano nel senso di essere fisico, ma anche nel senso di rimanere umani. Continuare a lottare per questa visione di umanità. Ognuno per il suo, ognuno nel suo piccolo, nel suo lavoro, qualunque sia».

Dall'intervista a Elena Zandanel, infermiera, che ha passato spesso il 25 dicembre in missione con Medici Senza Frontiere.( People of planet ).

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