domenica 13 maggio 2018

PIU' INQUINAMENTO MENO FIGLI ?



L’esito dei trattamenti per la fertilità in vitro potrebbe dipendere dall’aria che respirano le donne.
La ricerca fatta a Seul e durata 9 anni ha coinvolto più di 4.500 donne che si sono sottoposte a uno o più cicli di fecondazione in vitro dal 2006 al 2014.  Questi dati sono stati messi a confronto con quelli ricavati dal monitoraggio dell’inquinamento atmosferico di 40 aree urbane. Per ogni donna i ricercatori hanno calcolato l’esposizione oraria media durante il trattamento per la fertilità a cinque sostanze inquinanti: biossido di azoto, monossido di carbonio, anidride solforosa, ozono e minuscole particelle nocive note come PM 10. Il traffico automobilistico e le industrie sono i principali responsabili della loro presenza nell’aria. 
Le donne, di età media di 35 anni, avevano ricevuto due o più embrioni durante il ciclo di fecondazione artificiale. In totale il 51 per cento delle pazienti è arrivato alla fase della gravidanza. 
E' stato acclarato che l’influenza dell’inquinamento è particolarmente negativa nella prima e nella terza fase del processo. Le donne che durante la stimolazione ovarica sono esposte ad alti livelli di biossido di azoto e di monossido di carbonio riducono rispettivamente del 7 e del 6 per cento le loro probabilità di passare alle fasi successive della fecondazione. 

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