martedì 7 novembre 2017

MANCA L'AMBULANZA PER IL TRASPORTO DI BIMBA MAROCCHINA ?

 Il padre mostra l'equipaggiamento che gli hanno fornito per il trasporto della figlia  sulla sua auto!

CIRIE' ( TORINO )-L’Asl To4 ha avviato un’indagine interna per fare luce sulla vicenda della piccola Jasmine, la bimba marocchina di 6 anni che aveva ingoiato un batteria da ricarica per orologio e, dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè (dove le è stata fatta una lastra e dove lei continuava a vomitare), è stata trasportata in macchina dal padre Younes al Regina Margherita. Dove è arrivata dopo che il papà è stato costretto a fermarsi tre volte in tangenziale per rianimare la piccola, che perdeva i sensi e respirava a fatica. Questo su consiglio di un medico: «Perché non ci sono ambulanze a disposizione». Invece, da una prima verifica della direzione dell’Asl To 4 (Chivasso, Ciriè, Ivrea) sembra che l’ambulanza fosse disponibile




L’indagine interna avviata dalla direzione dell’Asl To4 ha rilevato che la bimba - entrata in pronto soccorso accompagnata dal padre alle ore 14.21 di sabato 28 ottobre ed immediatamente sottoposta al triage - rispondeva in modo corretto alle domande, le vie aeree erano libere, il respiro normale, non erano presenti segni di cianosi e la saturazione di ossigeno era del 100% e riferiva di non avere dolore. Visitata alle ore 14.58, risultava asintomatica. È poi stata immediatamente inviata in radiologia per la localizzazione del corpo estraneo: è stato rinvenuto un oggetto compatibile con una moneta, a livello dell’esofago. «Appena ottenuto il referto il chirurgo dell’ospedale di Ciriè ha contattato il collega di guardia del Regina Margherita di Torino e ha concordato per l’invio – si legge nel comunicato diramato dall’Asl To4 -. La piccola non ha vomitato in presenza del medico ed è stata dimessa ed inviata al Regina Margherita di Torino alle 16.06 accompagnata dal padre benché l’ambulanza fosse disponibile. La direzione generale dell’Asl To4 si scusa con la famiglia della piccola». «Le scuse sono doverose, come lo è sottoporre il medico a procedimento disciplinare» - aggiunge l’assessore regionale alla Sanita, Antonio Saitta.  ( La Stampa )

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