venerdì 6 ottobre 2017

BEN 30 CARABINIERI INDAGATI PER ABUSI VARI, VIOLENZE ...



CARABINIERI STUPRATORI , CARABINIERI AMICI DEI MAFIOSI , CARABINIERI RAZZISTI E FALSARI -LA BENEMERITA TREMA 

MASSA-CARRARA. Oltre trenta i carabinieri indagati a cui è stato notificato l'atto di chiusura delle indagini nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi che avvenivano nelle caserme dei carabinieri della Lunigiana (Aulla e Licciana Nardi) ai danni di cittadini stranieri, e che ha portato anche all'arresto di alcuni militari. Molto pesanti alcune circostanze che vengono prese in considerazione dalla procura di Massa e per i quali alcuni militari hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini.

Tra gli indagati ci sono anche il tenente colonnello Valerio Liberatori, comandante provinciale dei carabinieri di Massa e il capitano Saverio Cappelluti, comandante della compagnia di Pontremoli accusati di aver "aiutato i carabinieri indagati ad eludere le investigazioni dell'Autorità"


Schiaffi ad un marocchino per obbligarlo ad aprire un appartamento privato chiuso a chiave; contravvenzione ad una donna straniera, per aver guidato senza cintura di sicurezza, quando la cintura l'aveva allacciata; frasi del tipo: "Se parli ti stacco la testa", "Ti spezzo le gambe". Ma anche scariche elettriche, manganellate e una sevizia sessuale. Sono questi alcuni degli episodi contestati ai carabinieri in forze nelle caserme della Lunigiana, Aulla e Licciana Nardi, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Massa Carrara cominciata febbraio del 2017 e chiusa nei giorni scorsi.

. Nelle carte dell'inchiesta si evidenziano anche lesioni personali e contusioni multiple per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma; colpi di manganello sulle mani appoggiate alle portiere delle auto durante i controlli; ma anche scariche elettriche prodotte da due storditori, E poi ci sono le sevizie contro un giovane marocchino in caserma "costretto a subire atti sessuali senza ragione alcuna se non razziale", si legge nelle carte della procura di Massa Carrara( Il tirreno )

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