lunedì 16 ottobre 2017

ALTERNANZA SCUOLA -LAVORO - " I PIATTI SPORCHI LI LAVERA' QUALCUN ALTRO


Patatine McDonald's Italia  O  Friggere patatine al Mac Donald .

Caro direttore,

davanti ai plichi di progetti formativi dell’alternanza scuola-lavoro, nella mente di un adolescente latitano due pensieri. Il primo, di chi il proprio futuro lo abbozza già a matita sul banco di scuola e in questo progetto vede l’occasione di accorciare le distanze tra sé e il mondo del lavoro. E poi un secondo pensiero, racchiuso in uno slogan: «noi non siamo operai». 
Chi si ribella all’alternanza scuola-lavoro lo fa con una storia alle spalle. Dalla preparazione dei caffè, al lavapiatti a ore che «domani c’è da lavorare quindi vieni due ore prima». E in questo quadro, piuttosto desolante, resta quella strana prospettiva di mezzo che parte da un presupposto. I giovani, per buona parte della società, sono i «bamboccioni», gli «schizzinosi», quelli che «ai miei tempi alla tua età si andava a lavorare». Che se l’alternanza scuola-lavoro bastasse a scansare questi facili pregiudizi, non resterebbe ombra di dubbio sulla sua validità.

Entrare nel mondo del lavoro e farlo da giovani, oggi, significa voler bene a se stessi. 
Resta però un diritto. Il diritto di sbattere la porta. La facoltà di rifiutarsi di lavare i pavimenti come esperienza formativa se il tuo sogno è quello di diventare medico. Il poter dire di «no» a qualsiasi forma di sfruttamento spacciata per formazione. Non si tratta di essere schizzinosi, o di non avere voglia di lavorare. È il sacrosanto diritto di arrabbiarsi, quando per andarsene, con stile, basta un semplice «grazie, ma io mi fermo qui, e torno a studiare».

 E i piatti sporchi li laverà qualcun altro. 

Lettera la Corriere della Sera di Enrico Galletti ( Studente liceale )

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