giovedì 27 ottobre 2016

OSPEDALE DI ANGERA -IL SINDACO -MEDICO CI MANDA UN COMUNICATO STAMPA

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Ora che la riforma sanitaria lombarda sta prendendo corpo si capisce sempre meglio che proprio sul territorio provinciale rischierà di creare dei danni consistenti ed irreparabili. 
Di ieri è la notizia che l’Ospedale di Varese si è trovato costretto a bloccare i ricoveri nei reparti per il troppo afflusso in Pronto Soccorso. 
Sulla base di questo, vi rilascio alcune mie dichiarazioni in merito in quanto sindaco di Angera, territorio in cui si trova un ospedale storico che sta rischiando un depotenziamento.

Alessandro Paladini Molgora
Sindaco di Angera


RIFLESSIONI SU RIFORMA SANITARIA LOMBARDA E RISCHI CONNESSI AL MODELLO PROPOSTO

“Il modello proposto nella riforma sanitaria lombarda del grande ospedale e miriade di piccoli ospedali con funzione di ambulatori/cronicari (i Pot) ben si applica ai grandi centri urbani, che già storicamente vivono, come a Milano, di “Cà Granda” (grande casa della salute) e una serie di “Baggina”.
Nelle province, e nella nostra in particolare, la scelta di svuotare di contenuti e ridurre progressivamente i piccoli ospedali in cronicari porterà ad un vero e proprio collasso del sistema che si occupa della patologia acuta”.

Questo mio pensiero veniva pubblicato sui media un anno fa, ancor prima che la riforma venisse approvata. Ora sta mostrando i suoi primi frutti.
Venerdì scorso veniva annunciata la chiusura del reparto di ortopedia di Cittiglio.
Di ieri l'altro la notizia che l’Ospedale di Varese si è trovato costretto a bloccare i ricoveri nei reparti per il troppo afflusso in Pronto Soccorso.

Al fenomeno dei ripetuti sovraffollamenti al PS di Varese contribuiscono diversi fattori, strutturali e di funzioni assolte dal presidio. L'amministrazione della ASST dei Laghi ne è consapevole da anni. Però paradossalmente dichiara che è necessario chiudere l'ortopedia di Cittiglio e far convergere su Varese un certo numero di traumatizzati e fratture dell'area del Verbano. 
E' evidente che questa scelta aggraverà ancor più lo stato di ripetuta emergenza gestionale dei pazienti che necessitano di ricovero dal PS a Varese. 
I Direttori Generali (DG) delle ASST sono obbligati dai dettami della riforma ad operare drastici tagli, chiamati riconversioni che interessano i piccoli ospedali (Somma Lombardo ieri, Cittiglio ed Angera ora, e domani…). 
La perdita del reparto di ortopedia a Cittiglio, la riconversione della chirurgia ad Angera rischiano di far mancare ai Pronto Soccorso locali il necessario supporto specialistico e di far diventare i pazienti dei pacchi postali da spedire da un ospedale all'altro, sdraiati su ambulanze anche in condizioni gravi. I PS rischiano di diventare delle medicherie e gli ospedali dei POT (come definiti nella legge), dei cronicari e poliambulatori (nei fatti). Le patologie acute si riverseranno sui grandi centri, che si troveranno in difficoltà ad accoglierli.

Se analizziamo la storia sanitaria provinciale, vediamo che non è un caso che gli ospedali abbiano avuto una disposizione geografica tale da garantire prestazioni d’urgenza e ordinarie tempestive e ben distribuite sul nostro territorio. Un equilibrato reticolo che ha sempre garantito una buona salute per tutti.

La perdita di questo equilibrio (la nostra rete della salute) si ripercuote negativamente sugli ospedali maggiori che vedono aumentare le richieste prestazionali. 
L’ospedale di Varese ne è l’esempio da tempo. E’ inadeguato nella risposta ed è mal utilizzato. Questo perché Varese deve assolvere a troppe funzioni. E’ ospedale zonale, è centro Universitario, è l’unico ospedale super-specialistico della provincia ed è stato concepito in un monoblocco sottodimensionato ed inespansibile. 
Bloccare i ricoveri per far fronte ai troppi accessi al PS, e magari accogliere anche la frattura che a Cittiglio (ad esempio) sarebbe stata trattata bene come sempre, vuol dire creare un grave danno per la salute di pazienti che aspettano cure super-specialistiche che solo Varese può dare. Potrebbe voler dire che il tumore dell'esofago, del pancreas, il tumore osseo del bambino perdono giorni, magari fondamentali per la loro sopravvivenza? Speriamo che abbiano avuto l’accortezza di escludere questi casi. Dal Piano Gestionale del Sovraffollamento della ASST non emerge questa accortezza. Comunque, anche gli altri pazienti che soffrono in attesa di cure vedono allungarsi la propria attesa di una soluzione. 

Questa non è la sanità che ci meritiamo, non vedo il sufficiente rispetto della dignità umana. E’ l’ora che i politici di ogni colore prendano coscienza che così non va’ e si pronuncino. La riflessione deve coinvolgere la gente, i sindaci, la Regione. 
Bisogna fermarsi e riflettere perché sarà sempre peggio: inevitabilmente a cascata ci saranno altri ridimensionamenti (PS, reparti, servizi anche essenziali) e se non si corre ai ripari prima del 31 dicembre i danni saranno irreparabili, per tutti – per la nostra salute. 



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