giovedì 6 ottobre 2016

L'UOMO NERO di Luigi Maione



Io canto il dolore,
non per fargli onore,
ma perché abita nella mia gola.
Respira al posto mio
da quando son partito,
da quando ho perso tutto.
E non parlo di quel mare infame
né di quel deserto avaro, 
o di quel nulla di cui ero pieno,
si, quel nulla 
che troppo tardi mi accorgo
era pur qualcosa...

Io canto il dolore
perché ho perso ogni traccia 
del mio onore
e non so neanche più se mi appartiene 
un po’ di quell’ odore 
di corteccia d’ uomo
o peggio ancora
quel puzzo di cotenna d’animale
dal tronco senz’abito
senz’anima, 
senza tempo…

Io canto il dolore 
ed è un canto cupo,
nero,
come nero e vero è il cielo delle notti
della mia terra,
nero
come le mie braccia,
come la mia faccia
il mio destino 
nero
come la paura che faccio,
come la mia ombra
che al buio non si vede.
Non si sente.
Anche se urla.

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