Colpa dei troppi ‘buchi’ della prevenzione cardiovascolare, tanto nota quanto poco praticata. Di fronte a questi numeri gli esperti lanciano una call to actionindirizzata ai medici perché dedichino tempo all’empowerment dei pazienti. L’80% degli infarti sarebbe evitabile smettendo di fumare, mangiando sano e facendo un po’ di sport. Ma in Europa, dopo un infarto, il 16% dei pazienti continua a fumare, il 38% è obeso, il 60% non fa attività fisica e uno su due butta via le medicine.
La responsabilità di questi comportamenti malsani naturalmente non è tutta dei pazienti, ammettono gli esperti. Solo metà degli infartuati viene avviata ad un programma di riabilitazione cardiaca e di questi solo l’80% vi partecipa effettivamente.
I pazienti dal canto loro non andrebbero abbandonati a se stessi dopo la dimissione ma indirizzati ad un ambulatorio di riabilitazione cardiaca dove devono essere rinforzati i messaggi di un corretto stile di vita e incoraggiata la massima aderenza alle terapie.
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