«Incontro lo sguardo di Parmina, fiero e dignitoso, e intanto ascolto le parole di Sabrina, secche ed essenziali come sempre. "È quattro volte sfortunata", dice parlando della bambina di 8 anni, "perché è nata in Afghanistan, perché è nata donna in questa terra, perché è stata colpita da una pallottola vagante sull’uscio della sua casa, mentre giocava con la sorellina, e perché adesso è paraplegica".
Mi chiedo che ne sarà di lei, quale futuro potrà avere in questa terra così precaria, quale famiglia ha intorno, se nei giorni di visita ci sarà qualcuno che viene a trovarla.
In questo momento qui al nostro ospedale di Lashkar-gah ci sono diversi bambini con lesioni spinali, provocate da proiettili o schegge di mine. Il futuro, per loro, rimane una terribile incognita. Qui li vediamo migliorare e recuperare la dignità, quando iniziano a uscire dal letto e riacquistare un po' di autonomia stando seduti su una sedia a rotelle. La fisioterapia in ospedale fa autentici miracoli, ma quello che succederà dopo a questi bambini, varcata la soglia dell’ospedale, non lo possiamo sapere».
- Alberto, anestesista di Emergency in Afghanistan
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