26 luglio 2015 - Comunicato dei comitati e delle
associazioni ambientaliste del territorio
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COMPORTAMENTI INACCETTABILI
DEI DIRIGENTI ACCAM !
MENTRE I COMUNI MATURAVANO LA
DISMISSIONE DELL'INCENERITORE, ATTIVAVANO
LE
PROCEDURE PER INCREMENTARE LA
QUANTITA' DI RIFIUTI E PER RICEVERE RIFIUTI ANCHE DA FUORI REGIONE!
APPELLO AI SINDACI E ALLA
REGIONE PER ANNULLARE QUESTA SCELTA SCIAGURATA !
Proprio nei giorni in cui vengono resi pubblici i risultati dell'analisi epidemiologica
di ARPA Piemonte sulle gravi conseguenze sulla salute dell'inceneritore di
Vercelli che, senza ombra di dubbio, viene imputato dell'aumento dei tumori
(+60%, con punte di +400% per i tumori del colon-retto e +180% dei polmoni), veniamo casualmente a conoscenza che i
dirigenti Accam hanno attivato nei mesi scorsi un iter amministrativo che ha
portato al riconoscimento della qualifica di impianto di incenerimento con recupero energetico (R1).
Si tratta del primo passaggio
per rientrare nella "rete nazionale
degli inceneritori" prevista dal decreto “Sblocca Italia” che permetterebbe all'impianto di incrementare la
quantità dei rifiuti da incenerire autorizzandone la provenienza da tutta
Italia.
Mentre i sindaci ricevevano garanzie dall'Assessore Regionale all'ambiente
Claudia Terzi che non vi
sarebbero stati problemi di autorizzazioni nella fase di dismissione
dell'impianto, Polleri, Antonelli e
Ghiringhelli richiedevano con
conteggi e riconteggi durati 6 mesi, un riconoscimento atto a ottenere l'autorizzazione
di bruciare più rifiuti, ovviamente extra-consortili.
Pur sapendo delle decisioni in corso
verso la dismissione dell'inceneritore, non hanno ritenuto di avvisare i proprietari,
cioè i 27 comuni soci, di questa procedura in atto!
E così nella nota del 16
luglio, a firma del funzionario regionale Dario Sciunnach, scopriamo che
l’impianto Accam è stato riclassificato come R1, e quindi potenzialmente idoneo
a ricevere i rifiuti da fuori Regione.
Chi ha autorizzato questa
iniziativa?
Logica vorrebbe che in fase di dismissione dell'impianto si debba prevedere
una graduale riduzione
dei rifiuti fino allo spegnimento di un forno e poi del secondo.
Questo deve essere l'obiettivo
dichiarato di ACCAM e dei Comuni nell'ambito della attuale procedura di riesame
della Autorizzazione Integrata Ambientale (ricordiamo che questo impianto oggi
funziona in deroga), una procedura che deve essere resa pubblica in ogni suo
passaggio e in ogni suo documento per permettere l'informazione finora negata e
la partecipazione delle popolazioni.
Se l'impianto venisse invece inserito nella "rete nazionale degli
inceneritori" il Governo potrà imporre l'incremento dei rifiuti inceneriti
e il conferimento dei rifiuti da fuori Regione rimettendo in discussione quanto
finora ottenuto e condiviso dalla maggioranza dei Comuni consorziati .
Una beffa bella e buona rispetto agli sforzi dei cittadini che si impegnano
in una gestione sempre
più virtuosa della raccolta differenziata e dei Comuni che si sono
schierati per metodologie alternative all’incenerimento.
Ci appelliamo quindi ai
sindaci del consorzio, che a maggioranza hanno votato per lo scenario di
dismissione dell'inceneritore,
affinché svolgano tutti i controlli e le azioni in loro potere per evitare questa
beffa e questo danno per i cittadini di Busto Arsizio e dell' Altomilanese,
tanto più che i calcoli presentati da ACCAM sono oggi superati dalle nuove linee
guida in materia emesse dall’Unione Europea il 10 luglio scorso (direttiva
1127/2015)
Ci appelliamo infine all’assessore
Terzi chiedendoLe un incontro chiarificatore su quale sia la strategia della
Regione verso la graduale riduzione dell'impiantistica di incenerimento
lombarda, più volte annunciata, e naturalmente garanzie sulla graduale
dismissione dell'impianto Accam come deciso dalla maggioranza dei soci in data
2 marzo 2015.
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