UDINE - «Pagati da mesi per non fare nulla» chiusi in unufficio triestino della Croce rossa.
«Arriviamo e timbriamo il cartellino. Poi stiamo in una stanza ad aspettare che qualcuno ci dia buone notizie: noi vorremmo lavorare».
È il paradosso burocratico in cui si trovano incagliati dodici ex precari friulani della Cri, quasi tutti della provincia di Udine tranne un goriziano, autisti soccorritori di ambulanze fra i 35 e i 59 anni stabilizzati a luglio dopo un contenzioso in cui sono stati seguiti dalla Fialp Cisal.
Ora i dodici ex precari, sostenuti dal sindacato, chiedono solo una cosa: «Utilizzateci, mandateci dove volete, ma utilizzateci - dice Alessandra Piazzalunga, 52 anni, di Tavagnacco (Ud) delegata della Cisal -. C’è carenza di qua, c’è carenza di là... Potremmo anche salvare vite umane tornando a fare il lavoro che facevamo prima: la gran parte operava in emergenza, tranne un paio che gestivano la centrale operativa per i trasporti».
( da Il gazzettino )
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