mercoledì 9 luglio 2014
GIORGIO CHI ?
«Io non ho mai chiesto al presidente della Repubblica di intervenire. Ma visto che ha deciso di farlo, mi sarei aspettato da lui un forte richiamo al rispetto delle procedure». Invece Giorgio Napolitano non ha detto quello che desiderava il senatore Vannino Chiti, diventato nelle ultime settimane il portavoce dei (non tanti) senatori che si oppongono alla riforma costituzionale del governo. Il capo dello stato non ha eccepito sui tempi contingentati, sul fatto che gli emendamenti dei relatori siano stati esplicitamente «vistati» dal governo ignorando persino le forme dell’autonomia parlamentare. Al contrario, Napolitano ha fischiato la fine della partita. Ha dato ragione a Renzi e alla sua fretta, e lo ha fatto in pendenza di una richiesta al presidente del senato di concedere più tempo per l’esame del disegno di legge costituzionale. Che così è rimasto nelle mani dei relatori — che lo emendano ancora, fino a ieri sera, concordando ogni passaggio con la ministra Boschi — che vogliono chiudere in commissione entro oggi e arrivare già domani o più probabilmente martedì prossimo in aula. Dove il «patto del Nazareno», firmato da Renzi e Berlusconi e controfirmato al Quirinale, può dirsi blindato.( iL MANIFESTO )
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